XI Legislatura – Tornata del 15 maggio 1873
del ministro di grazia e giustizia in risposta agli opponenti e in difesa del progetto e della condotta politica del Ministero — Discorso del
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, si sentì come a coro deplorare questa supposta deviazione dall'indirizzo politico segnato dal grande iniziatore della nostra politica nazionale
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che il progetto attuale sia un deviamento da quella politica liberale che ha seguito l'Italia finora; sia un passo verso un nuovo sistema, verso un
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condizioni presenti d'Italia, sull'indirizzo dato alla nostra politica, sulle leggi che, presentate dal Governo, il Parlamento conferma col suo voto. Egli
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Ora, signori, a queste prime accuse di deviamento dai veri principii della politica nazionale è stato già risposto da parecchi. Vi ha risposto
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E rammentate, signori, che questa politica di libertà verso la Chiesa era il programma dell'insigne uomo di Stato non solo nel caso che l'Italia
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Ma, signori, io credo che, se vi è cosa da cui la politica italiana, quale che essa abbia ad essere, debba tenersi scrupolosamente lontana, è appunto
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personalità civile di veruna corporazione religiosa. Epperò l'attuale progetto di legge non è un deviamento dai principii della politica tradizionale del
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proclamava che, in politica, la eccezione è l'ultima àncora cui si appigliano gli spiriti paurosi di libertà, i quali, pur sapendo di non poter lottare
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Nulla vieta all'Alemagna di determinare cotesta posizione dal punto di vista esclusivo dei suoi interessi e delle sue idee; niuna politica, niuna
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per noi votate. — 3° Natura di queste modificazioni, perchè rimangano nei termini della convenienza politica da cui son dettate, e non alterino e non
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nostra politica, e schivare d'altra parte il mischiarci in dispute delicate, gelose, sulle quali, è assai dubbio, come bene osservava l'onorevole
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l'onorevole Mancini, dopo avere nel suo facondo discorso, esaminata la legge, volle giudicare il Ministero e la politica da esso seguita.
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Dopo avere, pertanto, l'onorevole Mancini criticata la legge, volle aggiungere al suo discorso un'estesa rassegna della politica estera e della
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e se essi non bastano a provare che la nostra politica estera sia stata rispondente all'aspettazione del paese, o per lo meno nè fiacca, nè inerte.
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L'onorevole Mancini, facendo il programma della politica che vorrebbe sostituita alla nostra, ha detto: dove voi scrivete conciliazione, noi
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Egli disse che, quanto alla politica estera, due fatti rilevantissimi si erano verificati durante l'attuale Ministero: la riunione di Roma all'Italia
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Quanto poi ai risultati di cotesta politica, è stata sì temporanea, la presenza d'un principe di Casa Savoia sul trono di Carlo V, ma lo stesso
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A ciò ha principalmente contribuito il nostro contegno nella politica interna, nella quale siamo stati sempre fermi ai nostri propositi, ma moderati
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getto di coerenza ai principii del nostro diritto pubblico, ed al di qua insufficiente soddisfazione alle legittima esigenze della politica, di quella
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necessità assolute della politica estera.
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richiesto dalle esigenze di quella sana politica che ci aveva condotti a Roma ed al conseguimento della unità nazionale.
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Quanto alle eccezioni, la Commissione le ha limitate a ciò che essa ha creduto essere rigorosamente richiesto dalla sana politica e dagli affidamenti
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, riferentesi a rapporti verso altri Stati, che cosa si direbbe? Si direbbe che l'indirizzo della nostra politica è mutato; si direbbe che quel Governo che ci ha
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Accademia della crusca
